Si tratta del secondo convegno internazionale promosso dalla Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles, a cui prenderanno parte — nella Casina Pio IV, sede della Pontificia Accademia delle Scienze — rappresentanti delle forze dell'ordine e autorità ecclesiastiche. Tema dei lavori: «Combattere il traffico umano: Chiesa e rispetto della legge in collaborazione». Le giornate di studio e di riflessione vogliono far conoscere — come ha spiegato il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi — il modello di buona collaborazione tra il Vaticano e le forze dell'ordine per combattere il traffico umano. Vi parteciperanno i capi della polizia provenienti da Italia, Stati Uniti d'America, Regno Unito, Argentina, Canada, Brasile, Albania, Australia, Germania, Ghana, India, Irlanda, Lituania, Nigeria, Filippine, Polonia, Romania, Scozia, Irlanda del nord, Spagna, Slovacchia, Thailandia, oltre ai responsabili dell'Europol e dell'Interpol. Durante i lavori interverranno, tra gli altri, i cardinali Vincent Gerard Nichols, arcivescovo di Westminster, e John Olorunfemi Onaiyekan, arcivescovo di Abuja; rappresentanti delle forze dell'ordine, alcune vittime della tratta, e religiose che si occupano del loro aiuto. Dove è vietato pregare Messa a Santa Marta [ king Saudi Arabia --- cazzo, voi avete rovinato il mondo! come è possibile, che, nel 2014 possa esistere questo crimine? Solo questa può essere la risposta: " massoni, farisei demoni Illuminati FMI Spa, salafiti, hanno il controllo del potere, sul nostro pianeta, voi fatevi da parte! ] 04 aprile 2014. Oggi i cristiani martiri e perseguitati sono di più che nei primi tempi della Chiesa. Tanto che in alcuni Paesi è vietato persino pregare insieme. È su questa drammatica realtà che Papa Francesco ha centrato la sua meditazione nella messa celebrata venerdì mattina, 4 aprile, nella cappella della Casa Santa Marta. Il brano del libro dalla Sapienza (2,1.12-22), proclamato nella liturgia, rivela «com'è il cuore degli empi, delle persone che si sono allontanate da Dio e si sono impadronite in questo caso della religione». E com'è il loro «atteggiamento nei confronti dei profeti», fino alla persecuzione appunto. Sono persone, ha detto il Pontefice, che sanno benissimo di avere a che fare con un giusto. Tanto che la Scrittura riporta così il loro pensiero: «Tendiamo insidie al giusto, che per noi è d'incomodo e si oppone alle nostre azioni». Tendere insidie, ha spiegato il Papa, significa fare «un lavoro di chiacchiere fra loro, di calunnie». E così diffamano e «preparano un po' il brodo per distruggere il giusto». Non possono accettare infatti che ci sia un uomo giusto che, afferma l'antico Testamento, «si oppone alle nostre azioni, ci rimprovera le colpe contro le leggi e ci rinfaccia le trasgressioni contro l'educazione ricevuta». Parole che delineano il profilo dei profeti, perseguitati «in tutta la storia della salvezza». Gesù stesso, ha ricordato il Pontefice, «lo disse ai farisei», come narra «quel celebre capitolo 23 di san Matteo che ci farà bene leggere». Gesù è esplicito, «i vostri padri — dice — hanno ucciso i profeti ma voi per togliervi la colpa, per ripulirvi, ai profeti fate un bel sepolcro!». Siamo davanti, ha affermato il Santo Padre, a «una ipocrisia storica». È un fatto che «sempre nella storia della salvezza, nel tempo di Israele e anche nella Chiesa, i profeti sono stati perseguitati». Infatti il profeta è un uomo «che dice: ma voi avete sbagliato strada, tornate alla strada di Dio! Questo è il messaggio di un profeta». Un messaggio che «non fa piacere alle persone che hanno il potere di quella strada sbagliata». Anche Gesù è stato perseguitato. Volevano ucciderlo, come rivela il Vangelo della liturgia (Giovanni 7,1-2.10.25-30). Ed egli certamente «conosceva quale sarebbe stata la sua fine». Le persecuzioni cominciano subito, quando «all'inizio della sua predicazione torna al suo paese, va alla sinagoga e predica». Allora, «subito dopo una grande ammirazione, incominciano» le mormorazioni, come riporta il Vangelo: «Costui sappiamo di dov'è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia». E tutti si domandano: «Con quale autorità viene a insegnarci? Dove ha studiato?». In una parola, è lo stesso atteggiamento di sempre: «squalificano il Signore, squalificano il profeta per togliere l'autorità». È come dire: «Questo fa miracoli il sabato, ma il sabato non si può lavorare, per questo è un peccatore! Questo mangia, va a pranzo con i peccatori e non è un uomo di Dio!». Così «squalificano Gesù», perché egli «usciva e faceva uscire da quell'ambiente religioso chiuso, da quella gabbia». E «il profeta lotta contro le persone che ingabbiano lo Spirito Santo». Proprio per questo «è perseguitato sempre». I profeti «sono tutti perseguitati, non compresi, lasciati da parte: non gli danno posto». E questa è una realtà che «non è finita con la morte e risurrezione di Gesù» ma «è continuata nella Chiesa». Nella Chiesa infatti ci sono «perseguitati da fuori e perseguitati da dentro». I santi stessi «sono stati perseguitati». Infatti, ha notato il vescovo di Roma, «quando noi leggiamo la vita dei santi» ci troviamo di fronte a tante «incomprensioni e persecuzioni». Perché, essendo profeti, dicevano cose che risultavano «troppo dure». Così «anche tanti pensatori nella Chiesa sono stati perseguitati». E in proposito Papa Francesco ha affermato: «Io penso a uno adesso, in questo momento, non tanto lontano da noi: un uomo di buona volontà, un profeta davvero, che con i suoi libri rimproverava la Chiesa di allontanarsi dalla strada del Signore. Subito è stato chiamato, i suoi libri sono andati all'indice, gli hanno tolto la cattedra e quest'uomo così finisce la sua vita, non tanto tempo fa. È passato il tempo e oggi è beato». Ma come — si potrebbe obiettare — «ieri era un eretico e oggi è beato?». Sì, «ieri quelli che avevano il potere volevano silenziarlo perché non piaceva quello che diceva. Oggi la Chiesa, che grazie a Dio sa pentirsi, dice: no, quest'uomo è buono! Di più, è sulla strada della santità: è un beato». La storia ci testimonia dunque che «tutte le persone che lo Spirito Santo sceglie per dire la verità al popolo di Dio soffrono persecuzioni». E qui il Pontefice ha ricordato «l'ultima delle beatitudini di Gesù: beati voi quando siete perseguitati per il mio nome». Ecco che «Gesù è proprio il modello, l'icona: ha sofferto tanto il Signore, è stato perseguitato»; e così facendo «ha preso tutte le persecuzioni del suo popolo». Ma «ancora oggi i cristiani sono perseguitati» ha avvertito il Papa. Tanto che «oso dire — ha affermato — che forse ci sono tanti o più martiri adesso che nei primi tempi». E sono perseguitati «perché a questa società mondana, a questa società tranquilla che non vuole problemi, dicono la verità e annunciano Gesù Cristo». Davvero «oggi c'è tanta persecuzione». Addirittura oggi in alcune parti «c'è la pena di morte, c'è il carcere per avere il Vangelo a casa, per insegnare il catechismo» ha sottolineato il Papa, confidando poi: «Mi diceva un cattolico di questi Paesi che loro non possono pregare insieme: è vietato! Si può pregare soltanto da solo e nascosto». Se vogliono celebrare l'Eucaristia organizzano «una festa di compleanno, fanno finta di celebrare il compleanno e lì fanno l'Eucaristia prima della festa». E se, come «è successo, vedono che arrivano i poliziotti, subito nascondo tutto, continuano la festa» tra «felicità e tanti auguri»; poi, quando gli agenti «se ne vanno, finiscono l'Eucaristia». Ed è così che «devono fare perché è vietato pregare insieme». Infatti, ha rimarcato il Pontefice, «questa storia di persecuzioni, di non comprensione», è continua «dal tempo dei profeti a oggi». Questo, del resto, è anche «il cammino del Signore, il cammino di quelli che seguono il Signore». Un cammino che «finisce sempre come per il Signore, con una risurrezione, ma passando per la croce». Il Papa ha raccomandato dunque «di non aver paura delle persecuzioni, delle incomprensioni», anche se a causa di esse «sempre si perdono tante cose». Per i cristiani «sempre ci saranno le persecuzioni, le incomprensioni». Ma sono da affrontare con la certezza che «Gesù è il Signore e questa è la sfida e la croce della nostra fede». Così, ha raccomandato il Santo Padre, «quando succede questo, nelle nostre comunità o nel nostro cuore, guardiamo al Signore e pensiamo» al brano del libro dalla Sapienza che parla delle insidie tese dagli empi ai giusti. E ha concluso chiedendo al Signore «la grazia di andare per la sua strada e, se accade, anche con la croce della persecuzione». Così fan tutti. Messa a Santa Marta. 17 gennaio 2014. IPOCRISIA, VILTà, EGOISMO, OMICIDI, AVIDITà PREDAZIONE. La «mondanità spirituale» è una tentazione pericolosa perché «ammorbidisce il cuore» con l'egoismo e insinua nei cristiani un «complesso di inferiorità» che li porta a uniformarsi al mondo, ad agire «come fanno tutti» seguendo «la moda più divertente». È un invito a vivere la «docilità spirituale» senza «vendere» la propria identità cristiana quello espresso da Papa Francesco nella messa celebrata venerdì 17 gennaio nella cappella della Casa Santa Marta. Come nei giorni scorsi, per la sua riflessione il Pontefice ha preso spunto dalla lettura liturgica tratta del primo libro di Samuele. «Abbiamo visto — ha spiegato — come il popolo si era allontanato da Dio, aveva perso la conoscenza della parola di Dio: non la sentiva, non la meditava». E «quando non c'è la parola di Dio — ha detto — il posto viene preso da un'altra parola: la parola propria, la parola del proprio egoismo, la parola delle proprie voglie. E anche la parola del mondo». Meditando quanto narrato nel libro di Samuele «abbiamo visto — ha proseguito — come il popolo, allontanato dalla parola di Dio, aveva sofferto quelle sconfitte» che avevano provocato tantissimi morti e lasciato «vedove e orfani». Erano «le sconfitte» di un popolo che «si era allontanato» dalla strada indicata dal Signore. Allontanarsi da Dio, ha notato il Pontefice, significa perciò imboccare una strada che inevitabilmente «porta a quello che abbiamo sentito oggi (1 Samuele 8, 4-7.10-22a): il popolo rigetta Dio. Non solo non sente la parola di Dio, ma lo rigetta» e finisce per dire: «possiamo governarci da noi stessi, siamo liberi e vogliamo andare su questa strada». Samuele, ha proseguito il Papa, «soffre per questo e va dal Signore. E il Signore, con quel buon senso che ha», suggerisce a Samuele: «Ascolta la voce del popolo, qualunque cosa ti dicano, perché non hanno rigettato te, ma hanno rigettato me, perché io non regni più su di loro». In sostanza, ha spiegato il Papa, «il Signore lascia che il popolo continui ad allontanarsi da lui», facendogli fare «esperienza» di cosa significhi questo distacco. «E Samuele — ha detto ancora il Pontefice — prova a convincerli e dice tutte queste cose che abbiamo sentito, che farà il re con loro, con i loro figli, con le loro figlie». Eppure, nonostante gli avvertimenti, «il popolo rifiutò di ascoltare la voce di Samuele» e chiese di avere «un re come giudice». E qui, ha spiegato il Papa, c'è «la frase» decisiva, «la chiave di interpretazione» per comprendere la questione. Risponde infatti il popolo a Samuele: «Saremo anche noi come tutti i popoli». È questo il loro primo pensiero, «la prima proposta: un re che sia "nostro giudice", come avviene per tutti i popoli». Una richiesta — ha affermato il Pontefice — motivata da un fatto: si erano «dimenticati che loro erano un popolo eletto. Un popolo del Signore. Un popolo scelto con amore, portato avanti dalla mano» di Dio, proprio «come il papà porta il bambino». Hanno «dimenticato tutto questo amore» e vogliono diventare come tutti i popoli. Questo desiderio — ha detto ancora il Papa — «tornerà come tentazione nella storia del popolo eletto. Ricordiamo il tempo dei Maccabei, quando loro hanno negoziato l'appartenenza come popolo eletto per essere come tutti gli altri popoli. È una vera insurrezione. Il popolo si ribella contro il Signore». E questa, ha puntualizzato, «è la porta che si apre verso la mondanità: come fanno tutti. Con i valori che abbiamo ma come fanno loro»; e non invece «come tu che mi hai eletto mi dici di fare». La conseguenza pratica è che «rigettano il Signore dell'amore, rigettano l'elezione. E cercano la strada della mondanità». Certo, ha precisato il Papa, «è vero che il cristiano deve essere normale, come sono normali le persone. Questo lo dice già la Lettera a Diogneto, nei primi tempi della Chiesa. Ma — ha avvertito — ci sono valori che il cristiano non può prendere per sé». Egli infatti «deve ritenere su di sé la parola di Dio che gli dice: tu sei mio figlio, tu sei eletto, io sono con te, io cammino con te». E «la normalità della vita esige dal cristiano fedeltà alla sua elezione». Questa sua elezione non deve mai «venderla per
andare verso una uniformità mondana: questa è le tentazione del popolo e anche la nostra». Papa Francesco ha messo in guardia dalla tentazione di dimenticare «la parola di Dio, quello che ci dice il Signore» per rincorrere invece «la parola di moda». E ha commentato: «Anche quella della telenovela è di moda! Prendiamo quella: è più divertente!». Questo atteggiamento di «mondanità», ha precisato, «è più pericoloso perché è più sottile»; mentre «l'apostasia», cioè «proprio il peccato della rottura col Signore», si vede e si riconosce chiaramente. Di più: dire che «saremo anche noi come tutti i popoli» rivela il fatto che essi «si sentivano con un certo complesso di inferiorità per non essere un popolo normale. E la tentazione è lì, è dire: noi sappiamo cosa dovremo fare, che il Signore stia tranquillo a casa sua!». Quello in fondo era il loro pensiero, che non si discosta «dal racconto del primo peccato», cioè dalla tentazione di prendere la propria strada e di sapere già da soli come «conoscere il bene e il male». «La tentazione — ha scandito il Pontefice — indurisce il cuore. E quando il cuore è duro, quando il cuore non è aperto, la parola di Dio non può entrare». Non a caso Gesù ha detto «a quelli di Emmaus: stolti e tardi di cuore!»; avendo «il cuore duro, non potevano capire la parola di Dio». Proprio «la mondanità ammorbidisce il cuore». Ma gli fa «male». Perché, ha notato il Papa, «non è mai una cosa buona il cuore morbido. Buono è il cuore aperto alla parola di Dio, che la riceve. Come la Madonna che meditava tutte queste cose in cuor suo, dice il Vangelo». Ecco dunque la priorità: «ricevere la parola di Dio per non allontanarsi dell'elezione». «Nella preghiera all'inizio della messa — ha ricordato il Pontefice — abbiamo chiesto la grazia di superare i nostri egoismi», in particolare quello di voler fare la propria volontà. Papa Francesco ha suggerito, in conclusione, di rinnovare al Signore la richiesta di questa grazia. E di invocare anche «la grazia della docilità spirituale, cioè di aprire il cuore alla parola di Dio». Per «non fare come questi nostri fratelli che hanno chiuso il cuore perché si erano allontanati da Dio e da tempo non sentivano e non capivano la parola di Dio». Che «il Signore ci dia la grazia — ha auspicato — di un cuore aperto per ricevere la parola di Dio», per «meditarla sempre» e per «prendere la vera strada». IL BANCHIERE ROTHSCHILD IL SALAFITA USURAIO FARISEO, è LUI CHE BANCHETTA SULLA DISPERAZIONE DELLA GENTE! ] my JHWH -- e se, loro non erano i criminali? poi, mi avrebbero affrontato su questa pagina! [ Chi fa festa per la guerra, Messa a Santa Marta. 25 febbraio 2014. Scandalizzarsi per i milioni di morti della prima guerra
mondiale ha poco senso se non ci si scandalizza anche per i morti nelle tante piccole guerre di oggi. E sono guerre che stanno facendo morire di fame moltissimi bambini nei campi per rifugiati, mentre i mercanti di armi fanno festa. È un appello a non restare indifferenti di fronte ai conflitti che continuano a insanguinare il pianeta quello che il Pontefice ha lanciato nella messa celebrata martedì 25 febbraio nella cappella della Casa Santa Marta. A offrirgli lo spunto sono state le due letture della liturgia, tratte della lettera di Giacomo (4,1-10) e dal Vangelo di Marco (9,30-37). Proprio il passo evangelico, ha spiegato il Papa, ci fa particolarmente riflettere. In esso si racconta che i discepoli «discutevano» e addirittura «litigavano per la strada. E lo facevano per chiarire chi fosse il più grande fra loro: per ambizione». Siccome «uno o due di loro volevano essere più grandi, hanno fatto questa discussione: la lite». Così, ha detto il Pontefice, «il loro
cuore si allontanò». I discepoli avevano «i cuori allontanati» e «quando i cuori si allontanano nasce la guerra». È proprio questa — ha sottolineato — l'essenza della «catechesi che oggi l'apostolo Giacomo ci offre» ponendo questa domanda diretta nella sua lettera: «Fratelli miei, da dove vengono le guerre e le liti che sono in mezzo a voi?». Sono parole che «fanno riflettere» per la loro attualità. Infatti, ha fatto notare il Papa, «ogni giorno sui giornali troviamo guerre». E leggiamo che «in questo posto si sono divisi in due» e ci sono stati «cinque morti», in un altro luogo ci sono state altre vittime e così via. Tanto che ormai «i morti sembrano far parte di una contabilità quotidiana». E noi ci «siamo abituati a leggere queste cose». Perciò «se noi avessimo la pazienza di elencare tutte le guerre che in questo momento sono nel mondo, sicuramente riempiremmo vari fogli». Ormai «sembra che lo spirito della guerra si sia impadronito di noi». Così «si fanno atti per commemorare il centenario di quella grande guerra», con «tanti milioni morti», e sono «tutti scandalizzati»; eppure anche oggi avviene «lo stesso: invece di una grande guerra» ci sono «piccole guerre dappertutto». Ci sono «popoli divisi» che «per conservare il proprio interesse si ammazzano, si uccidono fra loro». «Da dove vengono le guerre, liti che sono in mezzo a voi? Non vengono forse dalle vostre passioni che fanno guerra?» si chiede Giacomo. Sì, ha risposto il Papa, la guerra nasce «dentro». Perché «le guerre, l'odio, l'inimicizia non si comprano al mercato. Sono qui, nel cuore». E ha ricordato che «quando, da bambini, con il catechismo ci spiegavano la storia di Caino e Abele, tutti noi eravamo scandalizzati: questo ha ucciso suo fratello, ma non si può capire!». Eppure «oggi tanti milioni si uccidono tra fratelli, fra loro. Ma siamo abituati!». Così «la grande guerra del 1914 ci scandalizza» mentre «questa grande guerra un po' dappertutto, un po' — dico — nascosta non ci scandalizza». E intanto «muoiono tanti per un pezzo di terra, per un'ambizione, per un odio, per una gelosia razziale. Muoiono tanti!». «La passione — ha detto ancora il Pontefice — ci porta alla guerra, allo spirito del mondo». Così «abitualmente, davanti a un conflitto, ci troviamo in una situazione curiosa», che ci spinge ad «andare avanti per risolverlo litigando, con un linguaggio di guerra». Dovrebbe invece prevalere «il linguaggio di pace». E quali sono le conseguenze? La risposta del Papa è stata netta: «Pensate ai bambini affamati nei campi dei rifugiati: pensate e a questo soltanto! Questo è il frutto della guerra!». Ma la sua riflessione è andata oltre. E ha aggiunto: «E se volete, pensate ai grandi salotti, alle feste che fanno quelli che sono i padroni delle industrie delle armi, che fabbricano le armi». Le conseguenze della guerra dunque sono, da una parte, «il bambino ammalato, affamato in un campo di rifugiati», e dall'altra «le grandi feste» e la bella vita che fanno i fabbricanti di armi. «Ma cosa succede nel nostro cuore?» si è domandato il Papa riproponendo l'idea di fondo della lettera di Giacomo. «Il consiglio che ci dà
l'apostolo — ha detto — è molto semplice: Avvicinatevi a Dio ed egli si avvicinerà a voi». Un consiglio che riguarda ciascuno, perché questo «spirito di guerra che ci allontana da Dio, non è soltanto lontano da noi» ma «è anche a casa nostra». Come dimostrano, per esempio, le tante «famiglie distrutte perché papà e mamma non sono capaci di trovare la strada della pace e preferiscono la guerra, fare causa». Davvero «la guerra distrugge». Da qui l'invito di Papa Francesco a «pregare per la pace». Per quella «pace che sembra diventata soltanto una parola e niente di più». Pregare, dunque, «perché questa parola abbia la capacità di agire». Pregare e seguire l'esortazione dell'apostolo Giacomo a riconoscere «la vostra miseria». È da questa miseria, ha avvertito il Papa, che «vengono le guerre: le guerre nelle famiglie, le guerre nei quartieri, le guerre dappertutto». Le parole di san Giacomo indicano la strada della vera pace. Si legge nella lettera dell'apostolo: «Riconoscete la vostra miseria, fate lutto e piangete; le vostre risa si cambino in lutto e la vostra allergia in tristezza». Parole forti che il Pontefice ha commentato proponendo un esame di coscienza: «Chi di noi ha pianto quando legge un giornale, quando nella tv vede quelle immagini di tanti morti?». Ecco allora, secondo Papa Francesco, ciò che «deve fare oggi — oggi eh, 25 febbraio, oggi! — un cristiano davanti a tante guerre, dappertutto»: deve, come scrive Giacomo, umiliarsi «davanti al Signore»; deve «piangere, fare lutto, umiliarsi». Il Pontefice ha concluso la sua meditazione sulla pace con un'invocazione al Signore perché ci faccia «capire questo» salvandoci «dall'abituarci alle notizie di guerra» I cento giorni dell'orrore Vent'anni fa incominciava il genocidio in Rwanda. 05 aprile 2014, Il 7 aprile del 1994 cominciarono i cento giorni più feroci della storia del Rwanda e forse di quella dell'umanità intera dopo la fine della seconda guerra mondiale. Per oltre tre mesi si perpetrò una strage sistematica che il mondo non seppe prevedere, né affrontare, né tanto memo fermare. A fare da detonatore all'esplosione di orrore in cui sfociarono decenni di conflitti tra le etnie hutu e tutsi fu un attentato: il giorno prima erano stati uccisi i presidente rwandese, Juvénal Habyarimana, e burundese, Cyprien Ntaryamira, nell'abbattimento del loro aereo che stava atterrando all'aeroporto della capitale rwandese Kigali. Nessuna inchiesta internazionale ha mai accertato chi fossero i responsabili dell'attentato. Ma la violenza dilagò subito, prima nella capitale Kigali e poi nel resto del Rwanda, contro i tutsi e gli hutu moderati. Per cento giorni centinaia di migliaia di donne e di uomini, di vecchi e di bambini furono trucidati in ogni località durante una spaventosa caccia all'uomo. Così come, un anno dopo, fu atroce la vendetta dei tutsi andati al potere. Nel campo di Kibeho, furono trucidati migliaia di hutu, compresi donne e bambini, mentre da Kigali il nuovo Governo rivendicava «il diritto di separare i profughi dagli autori del genocidio». Un aspetto del conflitto tra hutu e tutsi, popolazioni entrambe a grande maggioranza cattolica, non può essere taciuto: quello del coinvolgimento di molti religiosi. Fin dall'inizio il sangue segnò la Chiesa rwandese, spesso con il colore del martirio, ma talora — ed è qualcosa che ancora sconvolge — macchiando mani colpevoli. La comunità internazionale non colse immediatamente la spaventosa portata degli avvenimenti. Il Consiglio di sicurezza dell'Onu si limitò a sollecitare l'allora Segretario generale, Boutros Boutros-Ghali a «prendere le misure necessarie per assicurare la sicurezza» dei cittadini stranieri in Rwanda. Così come un anno dopo, nel luglio del 1995, i caschi blu francesi dell'Onu si dimostrarono impotenti davanti a un altro genocidio, quello di Srebrenica, in Bosnia ed Erzegovina. «Non dimenticheremo mai che più di 800.000 persone innocenti sono state selvaggiamente uccise. Rendiamo omaggio al coraggio e alla capacità di recupero dei sopravvissuti», ha detto il Segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, che il 7 aprile sarà a Kigali per la cerimonia di commemorazione. Ban Ki-moon ha però aggiunto che la battaglia non si ferma qui, perché bisogna continuare ad agire per impedire altri simili orrori, in particolare nella regione dei Grandi Laghi, «dove l'impatto del genocidio si fa ancora sentire». Il Segretario dell'Onu ha ragione: un anniversario serve a fare memoria. Ma una
memoria che non insegni è solo un inutile formalismo. Pierluigi Natalia se l'infanzia diventa un incubo. i parassiti Troika, che hanno rubato la nostra sovranità monetaria ed ora noi siamo diventati gli schiavi di rothschild Spa FMI. aumenta in Grecia il numero dei bambini a rischio povertà. 05 aprile 2014 Il numero di bambini che erano a rischio povertà in Grecia nel 2012 ha superato il mezzo milione: sono 521.000, il 26,9 per cento di tutti i bambini rispetto al 23,7 per cento del 2011. È uno dei dati più rilevanti, e inquietanti, contenuti nel rapporto annuale dal titolo «La condizione dell'infanzia in Grecia 2014. L'impatto della crisi economica sui bambini». Il dossier, diffuso ieri, è stato realizzato dal comitato nazionale greco dell'Unicef in collaborazione con l'università di Atene. Il rapporto evidenzia che — in base ai dati del 2012 — i bambini poveri che vivono in famiglie gravate dalle spese per l'alloggio, ovvero con un costo che superi il 40 per cento del reddito, sono pari al 92,2 per cento. L'86,5 per cento delle famiglie povere non può permettersi nemmeno una settimana di vacanza. La situazione non è rosea nemmeno per le famiglie dei bambini non poveri, come le chiama il rapporto: il 39,3 per cento di questi nuclei ha dichiarato, tra l'altro, l'impossibilità di pagare bollette, rate di prestito o spesa da carta di credito, rispetto al 27,6 per cento nel 2011. STORIA, Loro non ci picchiavano. I gesuiti in Australia all'inizio del Novecento. 04 aprile 2014 Furono pochissime le voci che, alla fine dell'Ottocento, si levarono in Australia per criticare il silenzio dei padri costituenti sugli abitanti originari del Paese. Lo scrive Stefano Girola sottolineando che il dramma degli aborigeni, allora considerati in via di estinzione, venne ignorato nei dibattiti che precedettero l'entrata in vigore della Federazione Australiana e della sua Costituzione nel 1901. Allora l'obiettivo politico predominante era quello della White Australia, dominata dai coloni di origine europea e chiusa all'immigrazione asiatica. Fra coloro che cercarono invano di scuotere le coscienze vi era il fondatore della missione di Nuova Norcia, ossia il vescovo benedettino Rosendo Salvado (1814-1900), di cui si celebra quest'anno il bicentenario dalla nascita. Un'altra voce critica fu quella del gesuita Donald MacKillop, fratello dell'unica santa australiana, Mary of the Cross MacKillop (1842-1909). Le parole che il gesuita affidò a una lettera al quotidiano «Sydney Morning Herald» il 22 dicembre 1892, rilette alla luce della revisione storiografica verificatasi negli ultimi decenni, assumono un carattere profetico: «Questa nostra terra sta marciando verso la grandezza, e molto spesso ci vantiamo che questa grandezza sarà ottenuta senza versare nemmeno una goccia di sangue. Temo che lo storico del futuro racconterà una storia un po' diversa».
i neozelandesi hanno rivendicato la loro sovranità monetaria e Rothschild si è vendicato? MA, REALIZZARE STRUTTURE ANTISISMICHE NON è UN PROBLEMA! QUINDI, QUESTA CITTà DEVE RISORGERE E DEVE ESSERE A PROVA, DI AGGRESSIONI SATANISTI Non solo Pamir, ma anche il sistema H.A.A.R.P ] La difficile ripresa di Christchurch. A due settimane dal sisma. 09 marzo 2011. Gli abitanti di Christchurch domenica scorsa hanno camminato tra le rovine del centro storico, dove almeno 165 loro concittadini hanno perso la vita nel devastante terremoto del 22 febbraio e dove altri sono ancora sepolti dalle macerie. Il sindaco della città, l'ex presentatore televisivo Bob Parker, ha voluto dedicare la giornata al ricordo delle vittime, ordinando di togliere le barriere che bloccavano l'accesso alla city. Parker ha voluto dare ai concittadini, ancora traumatizzati dal violento sisma e dalle moltissime scosse di assestamento che sono seguite, l'opportunità di commemorare le vittime, ma anche di non dimenticare quella parte di città che tanta importanza ha avuto nella loro vita. La situazione a Christchurch, la seconda città neozelandese con i suoi 390.000 abitanti, è ancora critica. Ormai gli sforzi delle squadre di soccorso non sono più dedicati al ritrovamento di eventuali superstiti, ma al recupero dei cadaveri. Il numero delle vittime accertate è finora di 165, ma si prevede che tale cifra salirà ad almeno duecento, considerando i dispersi per i quali non si nutrono più speranze. Sebbene i neozelandesi siano stati i più colpiti, la tragedia ha avuto anche dimensioni internazionali, visto che almeno 100 vittime provenivano da 20 Paesi diversi. Una notizia positiva, che ha fatto correggere al ribasso la previsione iniziale di 240 morti, è che tra le macerie della centenaria cattedrale anglicana non sono state trovate vittime, mentre si pensava che vi fossero sepolte almeno 22 persone. In ogni caso le cifre attuali, anche se inferiori rispetto alle prime drammatiche stime, fanno del terremoto del 22 febbraio il secondo sisma più grave nella storia nazionale, inferiore solo a quello di Hawke Bay che nel 1931 uccise 256 persone. Molto cupe sono al momento le previsioni sulla ripresa della città. Le scosse di assestamento continuano a far traballare strutture già deboli. Si calcola che almeno un terzo degli edifici del centro ancora in piedi dovranno essere abbattuti. È stato ipotizzato inoltre che si dovrà attendere la fine dell'anno prima che le attività commerciali riprendano a pieno ritmo nel Central Business District e che occorreranno almeno 10 anni per ricostruire Christchurch. Chi può permetterselo sta già trasferendo le proprie attività in altre città neozelandesi o all'estero, ma si tratta soprattutto di poche multinazionali. Per gran parte delle 52.000 persone che lavoravano in centro, il futuro è assai più incerto. Nei sobborghi, lontano dai riflettori dei media, più di 20.000 persone non hanno ancora accesso all'elettricità e alcuni dei quartieri più colpiti sono privi di acqua corrente. Molte strade sono impraticabili e chi può spostarsi spesso deve superare posti di blocco della polizia e dell'esercito. Parecchie scuole non saranno in grado di riaprire per almeno un anno. Centinaia di studenti universitari della regione di Canterbury stanno per raggiungere in nave l'Australia, dove completeranno i loro studi nelle università locali. Le autorità che dirigono la ricostruzione di Christchurch stanno pensando di utilizzare navi da crociera per dare alloggio ai residenti della zona di Lyttelton, epicentro del sisma. Sembra che il susseguirsi di due violenti terremoti nel giro di soli cinque mesi abbia piegato la volontà di molti abitanti che, seppure a malincuore, hanno già cominciato a trasferirsi altrove. È stato calcolato che oltre un sesto della popolazione di Christchurch, circa 65.000 persone, hanno già lasciato la città, sia perché terrorizzati dalle continue scosse di assestamento sia per la perdita del posto di lavoro. Non è ancora chiaro, tuttavia, quanto definitive siano queste decisioni. Molti potrebbero ritornare se le promesse di far rinascere la città saranno mantenute. Il ministero del Tesoro neozelandese ha calcolato che i costi materiali del terremoto saranno di circa 15 miliardi di dollari neozelandesi, con una conseguente diminuzione del prodotto interno lordo di almeno l'1,5 per cento. Lo stesso ministero tuttavia prevede che l'anno prossimo la ricostruzione sarà il volano di una forte ripresa economica. Intanto si è fatto intenso il dibattito su come la città sarà ricostruita. Fra le ipotesi considerate, vi è anche quella di restaurare solo i principali edifici storici, attorno a cui costruire edifici moderni dotati di tutte le più recenti tecnologie antisismiche. Vi è chi propone di rifondare una città più estesa con costruzioni basse e di legno anziché di pietra. Qualcuno ha addirittura proposto di trasferire in blocco il centro storico verso altre zone della città. Cercando di infondere ottimismo nei suoi connazionali, il primo ministro John Key ha dichiarato che da questa tragedia potrebbe derivare «un'opportunità unica di creare qualcosa di veramente buono; una città moderna e ben integrata, di alta funzionalità». La tragedia di Christchurch ha suscitato molta commozione anche al di là dello stretto di Tasman. Il presidente della Conferenza episcopale australiana, l'Arcivescovo di Adelaide Philip Edward Wilson ha espresso il cordoglio della Chiesa cattolica con una lettera aperta al vescovo cattolico di Christchurch Barry Philip Jones, che conteneva anche le seguenti parole: «La vicinanza dei nostri Paesi e la solidarietà che ci unisce nei momenti del disastro, ci porta a sentire un enorme dolore per quello che voi state provando. Siete tutti nelle nostre preghiere».
PAMIR 3. L'ARMA CHE CREA I TERREMOTI [ gli Stati hanno perso sovranità monetaria, ed indipendenza, e satanisti Bush 322 Kerry insiadiano la nostra vita, al tradimento di massoni Bildenberg! ] ATTENTI AI TERREMOTI STRATEGICI! GEOLOGI SCOPRONO NELL'AREA. CARAIBICA GIACIMENTI DI PETROLIO E GAS LA CUI GRANDEZZA. SAREBBE AL SECONDO POSTO DOPO IL MEDIO ORIENTE. Pamir 3 è parte di una serie di armi ambientali capaci di creare terremoti, tsunami, distruzione dell'equilibrio ecologico di una regione, modificazioni delle condizioni atmosferiche - nubi, precipitazioni, cicloni e uragani - modificazioni delle condizioni climatiche, delle correnti oceaniche, dello strato di ozono o della ionosfera. In questo dossier vedremo le principali armi ambientali.
(a cura di Claudio Prandini)
In questi ultimi anni gli americani sono arrivati alla creazione di una macchina più potente: Pamir 3 [ gli Stati hanno perso sovranità monetaria, ed indipendenza, e satanisti Bush 322 Kerry insiadiano la nostra vita, al tradimento di massoni Bildenberg! ] INTRODUZIONE. [ gli Stati hanno perso sovranità monetaria, ed indipendenza, e satanisti Bush 322 Kerry insiadiano la nostra vita, al tradimento di massoni Bildenberg! ] Le ammissioni di un generale italiano: "La guerra ambientale è gia cominciata" Nessuno può negare che, dopo Hiroshima e Nagasaki, ci siano state più di 1000 esplosioni nucleari nel sottosuolo terrestre, nella profondità degli oceani e persino nello spazio, esplosioni capaci di causare terremoti e tsunami, e altri disastri ambientali. Creare un sisma o uno tsunami è dunque possibile. Sono cose vere, scientifiche, provate. Esistono linee di frattura e faglie assai evidenti e note sulla superficie terrestre. Ci sono mappe precise che rivelano i punti deboli e vulnerabili, sui quali è un giochino da ragazzi poter intervenire. Non ho prove che ci sia stato un esperimento nucleare o convenzionale capace di provocare un determinato terremoto, ma sono abbastanza pessimista per non pensarlo. In 45 anni di carriera militare in giro per il mondo, ne ho viste di tutti i colori.
Negli anni 40, un professore israeliano-neozelandese faceva degli esperimenti in mare tra Nuova Zelanda e Australia, riuscendo a provocare delle onde anomale, dei piccoli tsunami. Lavorava in Australia per conto dell'Università di Auckland, ma i fondi dati a questo progetto erano gestiti dagli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna.... (generale Fabio Mini autore dell'articolo Owning the weather ("Possedere il clima"), pubblicato sulla rivista Limes N. 6 del 2007 - Vedi dossier)
Cosa sappiamo al momento dell'arma sismica? [ gli Stati hanno perso sovranità monetaria, ed indipendenza, e satanisti Bush 322 Kerry insiadiano la nostra vita, al tradimento di massoni Bildenberg! ] Durante la Seconda Guerra mondiale, alcuni ricercatori neozelandesi hanno tentato di realizzare una macchina in grado di provocare tsunami che potesse essere utilizzata contro il Giappone. I lavori furono diretti dall'australiano Thomas Leech dell'università di Auckland, sotto il nome di "Progetto Seal". Furono realizzati numerosi esperimenti su piccola scala, nel 1944-45, a Whangaparaoa. Gli esperimenti furono coronati da successo.
Gli Stati Uniti consideravano questo programma tanto promettente quanto il "progetto Manhattan" per la fabbricazione della bomba atomica. Fu designato il dottor Karl T. Compton per collegare insieme le due unità di ricerca. Compton era il presidente del MIT [Massachusets Institut of Technology, ndt]. Aveva già reclutato numerosi esperti per lo sforzo bellico ed era una delle otto persone incaricate di consigliare il presidente Truman sull'uso della bomba atomica. Egli pensava che [la bomba] avrebbe potuto fornire l'energia necessaria all'équipe di Leech per provocare grandi tsunami.
I lavori di Thomas Leech proseguirono durante la Guerra fredda. Nel 1947, Giorgio VI innalzò lo scienziato alla dignità di Cavaliere dell'Impero britannico per ricompensarlo di avere elaborato una nuova arma. Essendo il Progetto Seal ancora un segreto militare, non fu rivelato all'epoca che [Leech] era stato onorato per la bomba a tsunami. In seguito, i servizi USA si sono applicati per fare credere che queste ricerche non fossero mai esistite e che tutto fosse una finzione per impressionare i Sovietici. Tuttavia, l'autenticità degli esperimenti di Leech è stata stabilita, nel 1999, quando una parte della documentazione è stata declassificata dal ministero neozelandese degli Affari esteri. Ufficialmente, ora gli studi sono stati ripresi all'università di Waikato.
Si ignora se le ricerche anglo-sassoni siano proseguite negli anni '60, ma esse sono per forza ricominciate quando fu deciso di abbandonare i test nucleari nell'atmosfera a vantaggio dei test sottomarini. Gli Stati Uniti temevano di provocare involontariamente terremoti e tsunami. Volevano saperlo fare volontariamente.
Ufficialmente, alla fine della guerra del Vietnam, gli Stati Uniti e l'Unione sovietica hanno rinunciato alle guerre ambientali (terremoti, tsunami, distruzione dell'equilibrio ecologico di una regione, modificazioni delle condizioni atmosferiche - nubi, precipitazioni, cicloni e uragani - modificazioni delle condizioni climatiche, delle correnti oceaniche, dello strato di ozono o della ionosfera) firmando la "Convenzione sul divieto di utilizzo di tecniche di modificazione dell'ambiente per scopi militari o per altri fini ostili" (1976).
Tuttavia, a partire dal 1975, l'URSS ha iniziato nuove ricerche di Magnetoidrodinamica (MHD). Si trattava di studiare la crosta terrestre e di prevedere i terremoti. I Sovietici studiarono la possibilità di provocare piccoli terremoti per evitarne uno grande. Tali ricerche furono ben presto militarizzate. Sfociarono nella costruzione di Pamir, la macchina per terremoti.
All'epoca dello smantellamento dell'URSS, alcuni responsabili del programma decisero di passarlo agli Stati Uniti per denaro, ma essendo la loro ricerca incompiuta, il Pentagono rifiutò di pagare. Nel 1995, quando la Russia era governata da Boris Eltsin e dall'oligarca Victor Chernomyrdin, l'US Air Force reclutò i ricercatori e il loro laboratorio a Nijni Novgorod. Vi costruirono una macchina molto più potente, Pamir 3, che fu testata con successo. Il Pentagono acquisì allora gli uomini e il materiale e li trasportò negli USA dove furono integrati nel programma HAARP.
Negli ultimi anni sono stati suggeriti alcuni utilizzi dell'arma sismica, particolarmente in Algeria e in Turchia. Tuttavia, il caso più discusso è quello del sisma del Sichuan (Cina), il 12 maggio 2008. Durante i 30 minuti che hanno preceduto il terremoto, gli abitanti della regione hanno osservato colori insoliti in cielo. Se certuni vedono in questi eventi il segno che il Cielo ha ritirato la sua fiducia nel Partito comunista, altri li interpretano in maniera più razionale. L'energia utilizzata per provocare il sisma avrebbe anche provocato le perturbazioni della ionosfera. Nei mesi seguenti, il web e i media cinesi hanno diffuso e discusso questa ipotesi che oggi viene data per certa dall'opinione pubblica cinese. (Fonte web)
Progetto HAARP: che cos'è e cosa potrebbe causare [ gli Stati hanno perso sovranità monetaria, ed indipendenza, e satanisti Bush 322 Kerry insiadiano la nostra vita, al tradimento di massoni Bildenberg! ] PAMIR, L'ARMA SISMA CHE ESISTE DAVVERO. Fonte web
Da una dichiarazione di William Cohen, ex segretario di Stato per la Difesa USA, del 28 aprile 1997 (QUI):
"Others [terrorists] are engaging even in an eco-type of terrorism whereby they can alter the climate, set off earthquakes, volcanoes remotely through the use of electromagnetic waves. So there are plenty of ingenious minds out there that are at work finding ways in which they can wreak terror upon other nations.It's real, and that's the reason why we have to intensify our[counterterrorism] efforts.
Secretary of Defense William Cohen at an April 1997 counterterrorism conference sponsored by former Senator Sam Nunn. Quoted from DoD News Briefing, Secretary of Defense William S. Cohen, Q&A at the Conference on Terrorism, Weapons of Mass Destruction, and U.S. Strategy, University of Georgia, Athens, Apr. 28, 1997."
Traduzione:
Altri terroristi sono impegnati in un tipo di azione "ecologica", nel senso che essi possono alterare il clima, far scatenare i terremoti, le eruzioni vulcaniche, utilizzando onde elettromagnetiche. Molte menti ingegnose stanno lavorando attualmente per mettere a punto i mezzi per terrorizzare intere nazioni. Tutto questo è reale ed è per questo che abbiamo intensificato i nostri sforzi nella lotta contro i terroristi.
Segretario della Difesa William Cohen, aprile 1997. Conferenza dedicata al contro-terrorismo organizzato dal senatore Sam Nunn. Dichiarazioni segnalate al Dipartimento della Difesa (DoD). Conferenza contro il terrorismo. Armi di distruzione di massa e la strategia degli Stati Uniti. Università della Georgia, Atene, 28 aprile 1997.
Leggiamo tra le righe:
Noi sappiamo che questo è possibile perché da tantissimi anni noi (americani) abbiamo tali armi. Una simile tecnologia ha dei costi accessibili, al contrario della tecnologia nucleare.
Spiegazione:
I terremoti e le eruzioni vulcaniche artificiali non sono impossibili, infatti una minima causa, ben localizzata, può generare un cataclisma.
I terremoti sono legati al movimento delle placche, lungo le faglie. Sappiamo che un terremoto devastante è previsto lungo la faglia di S.Andreas, in California. Ma non sappiamo quando, e dunque non conosciamo, a priori, l'energia sufficiente a scatenare il fenomeno. Ma esiste una tecnica che permette di agire sugli strati profondi del sottosuolo con delle onde elettromagnetiche.
Negli anni settanta i Russi avevano costruito un enorme generatore a pulsioni battezzato "Pamir" che poteva essere trasportato su un grosso camion. Era una variante del generatore di Sakharov (MK1), a compressione di flusso.
Questo generatore chiamato anche Generatore di Pavloski utilizzava dei cannoni elettromagnetici, con un esplosivo chimico che interagiva con un potente solenoide (in regime di numero di Reynolds magnetico elevato).
Questo sistema permetteva di far circolare forti correnti elettriche nel terreno.
Il dispositivo fu ufficialmente presentato come un sistema per analizzare la situazione di un terreno misurandone sulle grandi distanze e a grandi profondità la conduttività elettrica del suolo.
Il sistema, usato con moderazione, può testare il terreno, come quando si danno leggeri impulsi su un blocco in equilibrio per vedere se è pronto a scivolare in un burrone.
Ma un tale sistema potrebbe non solo studiare la situazione pre-sismica del territorio, ma eventualmente innescare il terremoto.
Se la faglia non è pronta a cedere, occorrerebbe una notevole energia per innescare il terremoto.
Al giorno d'oggi ormai sappiamo che una variazione di conduttività è il segno di un imminente terremoto.
Con una simile macchina e dei dati geologici esatti, i militari potrebbero, in aree potenzialmente "ostili", o per ragioni geo-politiche, innescare un devastante terremoto, uno tsunami o un'eruzione vulcanica....
Qui le pagine originali dell'IVTAN, l'Istituto Russo per le Alte Temperature, che parla di uno di questi generatori Pamir: http://www.ihed.ras.ru/mg/otdel6.htm - http://www.ihed.ras.ru/mg/Pamir3U.htm
Un generatore MHD (detto anche "generatore di plasma") a scappamento lineare di Faraday, alimentato con esplosivo (propergol) solido al cesio, o al sodio (sostanze a basso potenziale d'ionizzazione). Lo scappamento espelle gas ionizzato a 3000° tra due o più elettrocalamite. Esso sviluppa 4,8 tesla, e ha elettrodi che raccolgono le correnti generate durante qualche secondo (15000 a 25000 A su 1000V). Dal documentario " Les colères du climat" (le collere del clima), trasmesso sulla 5 (emissione televisiva franco-tedesca), film che passa in rassegna le differenti catastrofi "naturali" mondiali dal 2002 in poi, un corto estratto sulla "Pamir":
"Pamir" l'arma sismica! [ gli Stati hanno perso sovranità monetaria, ed indipendenza, e satanisti Bush 322 Kerry insiadiano la nostra vita, al tradimento di massoni Bildenberg! ] Una misteriosa arma al plasma vista poco prima del terremoto a Nigarta in Giappone, nel Luglio del 2007. Le stesse luci rosse, bianche e celesti riflesse sulle nuvole sono state viste e filmate poco prima del recente disastroso terremoto in Cina. Quando quest'estate c'è stato il terremoto in Cina, ho subito pensato: "Ecco! Vogliono far dimenticare le polemiche e le proteste internazionali sul Tibet e le olimpiadi!". Non sono l'unica a pensarlo: China Earthquake caused by HAARP weapon Jeff Steinberg della La RouchePAC.com (La Rouche Political Act Comitee), dichiara che ci siano le prove che HAARP ha causato il grande terremoto in Cina e che la 3 Guerra Mondiale arriverà con aurore boreali... Il terremoto in Turchia del 17 agosto 1999: A Duzce, epicentro del terremoto, alcuni sopravvissuti hanno dichiarato che quel giorno la base militare americana era stranamente deserta; inoltre dissero di aver visto una luce strana nel cielo e udito un rumore infernale, essi sono convinti che un ordigno atomico sia stato testato nel sottosuolo della base. Condoleeza Rice al Senato Americano il 18 gennaio 2005:
"Lo tsunami è stato una meravigliosa occasione (wonderful opportunity) di mostrare il cuore del popolo americano. E io penso che "gli utili" sono stati molto importanti sul fronte diplomatico". Indonesia il 26 dicembre 2004. Migliaia di chilometri di coste sono state spazzate via a causa di un maremoto spaventoso.
Simulazione dello TSUNAMI nel sud-est asiatico. Un fenomeno simile potrebbe essere di origine umana, per camuffare un test di un'arma nei fondali marini, in una regione in cui gli effetti sismici possano essere confusi con dei fenomeni naturali?
Base USA di Diego Garcia [ gli Stati hanno perso sovranità monetaria, ed indipendenza, e satanisti Bush 322 Kerry insiadiano la nostra vita, al tradimento di massoni Bildenberg! ] Il luogo era ideale per la presenza di una fossa oceanica che protegge le coste e la base americana di Diego Garcia (si sa che più il fondo marino risale velocemente, più il tsunami è devastante) e anche l'ora giusta per far si che ben due satelliti USA passavano lì "per caso", per constatare gli effetti di questa "arma sismica". Torniamo alla Pamir, che secondo il video dovrebbe funzionare in questa maniera: attraverso il suolo, in corrispondenza di una faglia e di una falda acquifera, la macchina "inietta" la scarica elettromagnetica. Il passaggio della corrente vaporizza l'acqua e produce un effetto di sollevamento o scivolamento o spaccatura di una placca. Questo effetto si può propagare a grande distanza e scatenare un sisma anche molto lontano della zona sollecitata.
In un convegno in USA i russi avevano presentato questa macchina come un "sistema che permette di misurare la conduttività elettrica del suolo" dichiarando che "una variazione di conduttività può essere un segno che annuncia un sisma imminente". E' logico che i parametri fisici, elettromagnetici del sottosuolo di una regione possano essere modificati in presenza di un terremoto imminente. Dunque sarebbe logico sistemare intorno ad una regione, a rischio, dei captori passivi (misura dei campi elettrici o attivi (misura della conduttività elettrica del sottosuolo, ecc.) Ma uno strumento di misura non ha bisogno di mettere in gioco tali intensità in tanto tempo (5-10 secondi). Dunque questo generatore MHD non è un strumento di misura, ma sicuramente uno strumento capace di agire sull'ambiente sotterraneo.
Ora questo sistema potrebbe essere usato nei fondi marini.
Modificando un banale sottomarino, e modificando i motori con altri alimentati a propenol solido, che funzionano molto bene nell'acqua e sotto pressione (30 bar corrispondono a 300 metri di profondità). Sarebbe così possibile utilizzare un generatore Pamir nelle vicinanze di un faglia marina.
[ gli Stati hanno perso sovranità monetaria, ed indipendenza, e satanisti Bush 322 Kerry insiadiano la nostra vita, al tradimento di massoni Bildenberg! ] Sarebbe una nuova forma di guerra discreta (silent war), dove indebolire un avversario può semplicemente consistere nel creare dei "fenomeni naturali" sul suo territorio, con dei mezzi modesti. Non escludendo di proporre, in seguito, un "aiuto umanitario"... Tutto questo ha l'aria talmente semplice e logica che ci possiamo chiedere se questo non è stato già messo in opera. Qui la traduzione di un articolo (censuratissimo) sulle manipolazioni mediatiche, politiche, e scientifiche sullo tsunami del 26 dicembre 2004: Il più grande crimine di guerra. Un consiglio: i governi che hanno le loro coste esposte a probabili tsunami, non che, qualche bega in corso con potenze bellicose (esempio USA), dovrebbero rimpiazzare le boe rilevatrici di tsunami, con alcuni Idrofoni sensibili capaci di rilevare esplosioni marine importanti. Un sistema poco costoso, che contribuirebbe inoltre, una volta per tutte, a stoppare la sperimentazione nucleari sotterranea Riprendendo l'ipotesi che la Pamir, l'arma sismica, sia stata "testata" e utilizzata per scopi politici, prendiamo ad esempio alcuni terremoti che sono coincisi, stranamente, con accadimenti geopolitici, ad esempio: il devastante terremoto in Armenia nel dicembre 1988 contemporaneo all'inizio dei disordini etnici in questa regione; e ancora fra l'Armenia e l'Azerbaijan sempre nel 1988. Poiché l'Unione Sovietica era in pericolo, qualche generale sovietico non potrebbe, ripeto è solo un'ipotesi, aver cercato di interrompere l'insurrezione nella regione, utilizzando la Pamir? Terremoti, tsunami, ma un'eruzione vulcanica può essere provocata artificialmente?
Il nome geyser deriva da Geysir che è il nome del più noto geyser islandese. Un geyser è un pozzo naturale, una colonna piena d'acqua bollente, che scende profondamente nella terra in corrispondenza di una sorgente di calore. (La cosa sorprendente che quest'acqua è verdognola, a causa dei batteri che vi vivono "nutrendosi di questa energia" e non dell'energia del sole. Questi batteri muoiono se la temperatura scende al di sotto di un certo limite (80-90°)).
L'acqua nella colonna è vicino all'ebollizione. Più la pressione è elevata e più la temperatura è alta.
Quando l'acqua non riesce a bollire il geyser cessa la sua attività, perché il peso della colonna d'acqua crea una pressione sufficiente per impedire l'ebollizione (tutti noi sappiamo che più la pressione è alta più la temperatura d'ebollizione aumenta (perché la pasta in montagna cuoce male).
Ma questo stato è instabile. [ gli Stati hanno perso sovranità monetaria, ed indipendenza, e satanisti Bush 322 Kerry insiadiano la nostra vita, al tradimento di massoni Bildenberg! ] La pressione che regna nella colonna non può essere modificata, ma la temperatura aumenta sempre di più fino a creare un punto critico. Allora una bolla si forma e rimonta alla superficie e provoca l'ebollizione dell'acqua che si trova sul suo passaggio. Anche il volume del vapore che monta cresce, e può aumentare di molti metri cubi. Quando raggiunge la superficie, la bolla esplode e provoca l'emissione di una colonna di vapore, che può arrivare a molti metri di altezza. Un vulcano attivo ha un modo di funzionare analogo, ma la sua colonna contiene magma e gas in equilibrio. In generale questa colonna è collegata in profondità ad una sacca di magma. Possiamo capire allora come è possibile, con l'aiuto di micro-onde pulsate a tre bassa frequenza, capaci di trasportare dell'energia termica nelle profondità del vulcano, e riscaldare il magma, rendere instabile il sistema, se questo è vicino al suo punto critico.
L'URSS progettava di devastare l'America. [ gli Stati hanno perso sovranità monetaria, ed indipendenza, e satanisti Bush 322 Kerry insiadiano la nostra vita, al tradimento di massoni Bildenberg! ] Articolo numero 914-novembre 1993 della rivista Science et Vie: I militari sovietici studiavano la " guerra geofisica ".
Durante 20 anni gli scienziati dell'URSS hanno sognato di far crollare gli odiati capitalisti. "Mentre Gorbatchev discuteva con Reagan dei mezzi per porre fine alla guerra fredda, alcuni generali sovietici, studiavano il modo e i mezzi per devastare l'America con terremoti e tsunami." Così ha dichiarato il generale del KGB, Oleg Kalougine. La devastazione degli Stati Uniti e del Canada sarebbe stata realizzata grazie "alle bombe sismiche" cioè bombe termonucleari che si sarebbero fatte esplodere sotto terra. Negli anni sessanta, i sismologi sovietici si erano accorti che, ogni volta che procedevano ad un'esplosione sotterranea, vi era un terremoto nei giorni seguenti, a volte a centinaia di chilometri di distanza. È così, riporta Alexeï Nikolaïev, dell'istituto di geologia di Mosca, che una bomba che era stata fatta esplodere vicino a Semipalatinsk, nel Kazachstan, ha scatenato terremoti nel Tagikistan, l'Uzbekistan ed anche l'Iran.
Si dubitò inizialmente che ci fosse un legame tra le esplosioni termonucleari sotterranee ed i sismi dei giorni successivi, ma infine, l'evidenza era là. E Nikolaïev ed il suo gruppo dimostrarono che anche esplosioni di debole intensità provocavano sismi fino a 1.600 km dall'epicentro.
Alcuni scienziati sovietici sarebbero attualmente persuasi che terremoto che devastò l'Armenia nel 1988 e fece 45.000 morti fu causato da un'esplosione termonucleare a 3.500 km di distanza, a Novaya Zemlya. I sovietici fecero dunque esplodere 32 bombe sotterranee sul loro territorio, per studiarne gli effetti. All'inizio degli anni ottanta, geologi civili concepirono un progetto per realizzare bombe molto potenti, capaci di provocare spinte violente alle placche tettoniche. [ gli Stati hanno perso sovranità monetaria, ed indipendenza, e satanisti Bush 322 Kerry insiadiano la nostra vita, al tradimento di massoni Bildenberg! ] I sismi non si scatenavano mai subito dopo le esplosioni, ma si producevano a molti giorni di distanza, cosa che poteva permettere ai sovietici di dichiararsi innocenti, nel caso di sismi e tsunami devastanti. Nikolaïev riconosce tuttavia che sarebbe stato difficile dirigere gli effetti contro un obiettivo scelto. Se la California è particolarmente vulnerabile, per il fatto che la faglia di San Andrea coincide con la dorsale (bordo orientale) della placca del Pacifico, le placche tettoniche si prestano male infatti a "giochi" di questo tipo. Ed Ikram Kerimov, direttore assistente dell'istituto di geologia dell'Azerbaigian, ritiene che siano necessario ulteriori studi prima di riuscire a raggiungere l'America, che si trova a oltre 8.000 km della costa orientale della Siberia. Rileviamo, incidentalmente, che giocare in tal modo al "biliardo" tettonico i sovietici avrebbero potuto devastare il Giappone, e che, se fossero riusciti a spingere la placca del Pacifico, nulla dice che la scossa non si sarebbe riflessa sulla placca di Nazca,e devastare anche la costa occidentale del Sud America - Perù, Bolivia, Cile, ecc. Ex capo del contro-spionaggio diventato da un politico riformista, Kalougine dichiara che scoprì i piani quando fu incaricato, nel 1988, di dirigere le ricerche segrete dell'accademia delle scienze. Questo tipo di rivelazione senza dubbio indurrà alcuni paesi a verificare se esplosioni nucleari sotterranee (le quali sono state tutte monitorate dai sismografi mondiali) hanno provocato in seguito sismi sul loro territorio. Pensiamo a quello che accadde in Australia, uno dei continenti più stabili, nel 1990 (5,5 sulla scala di Richter, 11 morti, 120 feriti), senza parlare del sisma che devastò, il Tagikistan lo stesso anno.
Il nostro commento: [ gli Stati hanno perso sovranità monetaria, ed indipendenza, e satanisti Bush 322 Kerry insiadiano la nostra vita, al tradimento di massoni Bildenberg! ] quello scritto nell'articolo potrebbe accadere. Si osserverà che la famosa faglia di San Andrea è nata dall'attrito di due placche una contro l'altra.
Se un sisma si producesse a San Francisco, simile a quello che devastò la città un secolo fa, ci sarebbe un epicentro, un punto dove le due placche inizierebbero a scivolare. Quindi il movimento si propagherebbe allora con rapidità estendendosi su oltre mille chilometri. L'intensità del terremoto cresce in proporzione alla lunghezza della placca interessata. L'articolo di Science et Vie segnala che i Russi avevano previsto, ancor prima dell'inizio degli anni novanta che esplosioni nucleari sotterranee possano essere utilizzate per scatenare sismi. Ma non si sa come i Russi avrebbero potuto attaccare, in modo diretto un paese come gli Stati Uniti, procedendo con esplosioni nucleari sotterranee nel loro territorio, a oltre otto mila chilometri di distanza, o come avrebbero potuto usare la Pamir vicino alla costa occidentale americana, senza "firmare" il loro atto. Ricordiamo infine che film Hollywoodiani, come Superman, hanno già ripreso questo tema del sisma nella vicinanze di San Francisco scatenato da esplosioni nucleari sotterranee.
scie chimiche, Ciccanti: "La difesa sa e non dice" Il vaso di Pandora [ gli Stati hanno perso sovranità monetaria, ed indipendenza, e satanisti Bush 322 Kerry insiadiano la nostra vita, al tradimento di massoni Bildenberg! ] Non solo Pamir, ma anche il sistema H.A.A.R.P
La scienziata indipendente, esperta in Fisica delle alte energie, Elisabeth Rauscher, avverte che si stanno artificialmente irradiando "energie spaventose all'interno di una configurazione molecolare estremamente delicata" qual è la ionosfera, una sorta di bolla di sapone che si muove a mulinello intorno alla superficie terrestre. Un foro sufficientemente grande potrebbe farla scoppiare. La Dottoressa Rosalie Bertell denuncia che "gli scienziati militari statunitensi si stanno occupando dei sistemi meteorologici come potenziale arma. Le metodologie comprendono l'aumento delle tempeste e la deviazione delle correnti di vapore dell'atmosfera terrestre allo scopo di causare siccità o inondazioni mirate…" Anche il fisico Daniel Winter (Waynesville, North Carolina) puntualizza che le emissioni ad alta frequenza potrebbero unirsi con le pulsazioni ad onde lunghe presenti nella griglia terrestre (la magnetosfera n.d.r.) e causare effetti non previsti e collaterali alla "danza della vita nella biosfera". Le emissioni in Gigawatt (miliardi di W) del Centro H.A.A.R.P. incideranno un lungo taglio sulla ionosfera come un coltello a microonde. H.A.A.R.P. potrebbe far vibrare ogni corda armonica di Gaia con frequenze discordanti. Questi rumorosi impulsi scombussoleranno le linee di flusso geomagnetico, distruggendo le bioinformazioni che mettono in risonanza le corde della vita, predisponendo ogni cosa alla malattia ed alla morte. Due dei maggiori oppositori al sistema globale di distruzione di massa H.A.A.R.P., gli scienziati indipendenti Begich e Manning, autori del libro Angels don't play this H.A.A.R.P. Advances in Tesla Technologies, avvertono che addizionare energia al substrato ambientale potrebbe avere effetti molto vasti, indefinibili ed incontrollabili. [...] Essi affermano, senza mezzi termini, che il genere umano ha già aggiunto sostanziali quantità di energia elettromagnetica nel suo ambiente, senza aver la benché minima idea di che cosa potrebbe essere la massa critica o il punto del non ritorno. Stiamo per imbarcarci in un altro assurdo esperimento sull'energia che sguinzaglierà un nuovo e terrificante assortimento di demoni dal vaso di Pandora. [Clicca per ingrandire l'immagine] Già il consigliere della sicurezza nazionale del presidente Carter, Brzezinski, metteva sull'avviso che una società, dominata da un gruppo elitario (Brzezinski appartiene alla stessa élite, n.d.r.) e non ostacolato dalle restrizioni tradizionali dei valori liberali, non esiterebbe ad usare le tecniche più moderne per influenzare il comportamento pubblico e tenere la società sotto stretta sorveglianza e controllo. È del resto un fatto ormai assodato che la U. S. Air Force punti sui sistemi elettromagnetici (E.M.) e sulle armi vibrazionali per produrre scompiglio psicologico, distorsione percettiva o disorientamento, per annullare da una parte le capacità di combattimento del nemico e dall'altra accrescere le potenzialità paranormali di altri. Come conferma il geofisico Gordon Macdonald, bombardamenti elettronici prodotti artificialmente produrrebbero pannelli o vortici magnetici in determinate zone terrestri che potrebbero danneggiare seriamente le funzioni cerebrali d'intere popolazioni. Tra le ripercussioni fisiche ricordiamo le seguenti: dolori articolari, mal di testa, vertigini, bruciore agli occhi, nausea, affaticamento, difficoltà respiratorie, allergie, asma, disordini circolatori e cardiaci (infarti che aumentano di circa il 50%), caduta della capacità reattiva, embolie polmonari e trombosi... A livello psicologico, le onde H.A.A.R.P. provocano squilibrio emozionale, irritazione, avversione alla vita, al lavoro ed alla scuola, insicurezza, ansia e depressione (specialmente tra i 40-50 anni), tendenza al suicidio (aumentata del 20% negli ultimi tempi, un milione di morti all'anno specialmente tra i giovani), tossicodipendenza ed omicidi.
[ gli Stati hanno perso sovranità monetaria, ed indipendenza, e satanisti Bush 322 Kerry insiadiano la nostra vita, al tradimento di massoni Bildenberg! ] H.A.A.R.P. ha la capacità, lavorando in collaborazione con lo Spacelab, di produrre energie elevatissime, paragonabili alla bomba atomica e può provocare distruzioni epocali e di massa in qualsiasi parte della Terra. Naturalmente il programma può modificare l'ambiente vibrazionale naturale e scatenare inondazioni, uragani e terremoti di qualsiasi entità. Eppure esso sarà "venduto e spacciato" al pubblico come un'arma di difesa, ossia lo "Scudo stellare" o addirittura di studio sull'Aurora Boreale (Alice nel paese delle meraviglie)! La stampa straniera e gli stati occidentali hanno comunque denunciato che il piano antimissile e di laser orbitali "Joint Vision 2020" è estremamente pericoloso: il suo fine è il dominio degli U.S.A. su tutto il mondo. ANCHE LA FLOTTA RUSSA CONFERMA, Fonte web - Russia Today. Una relazione della Flotta russa del Nord rivelerebbe che il terremoto che ha devastato Haiti è inequivocabilmente "il risultato di un test, da parte della U. S. Navy, della sua arma sismica". La Flotta del Nord osserva i movimenti e le attività navali degli americani nei Caraibi, dal 2008 quando gli Stati Uniti hanno annunciato la loro intenzione di ricostruire la Quarta Flotta che fu sciolta nel 1950. La Russia aveva reagito un anno più tardi, riprendendo nella regione le esercitazioni della sua flotta, di cui fa parte l'incrociatore atomico lancia-missili Pietro il Grande; esercitazioni sospese dopo la fine della Guerra Fredda. Dalla fine degli anni '70, gli Stati Uniti hanno enormemente migliorato la ricerca sulle armi sismiche. Secondo questo rapporto russo, al giorno d'oggi gli USA utilizzano generatori di impulsi, al plasma e a risonanza, in tandem con bombe Shockwave (a onde di choc)[1] Il rapporto mette a confronto due esperimenti condotti dalla U.S. Navy la settimana scorsa: un terremoto di magnitudo 6,5 vicino alla città di Eureka, California, che non ha fatto vittime, e il terremoto dei Caraibi che ha fatto almeno 140 000 morti.
[ gli Stati hanno perso sovranità monetaria, ed indipendenza, e satanisti Bush 322 Kerry insiadiano la nostra vita, al tradimento di massoni Bildenberg! ] Come spiega il rapporto, è molto probabile che la U.S. Navy fosse pienamente consapevole dei danni che questa esperienza poteva provocare ad Haiti. Per questo, la U.S. Navy aveva inviato in anticipo sull'Isola iuna postazione al comando del generale P.K. Keen, comandante in seconda del SouthCom (Southern Command), per sorvegliare le possibili operazioni di soccorso. Per quanto riguarda l'obiettivo finale di questi esperimenti, dice il rapporto, si trattava della pianificazione della distruzione dell'Iran per mezzo di una serie di terremoti al fine di neutralizzare l'attuale governo islamico. secondo il rapporto, il sistema sperimentale degli Stati Uniti Haarp (High Frequency Active Auroral Research Program) permetterebbe inoltre di creare delle anomalie climatiche al fine di provocare inondazioni, siccità e uragani [2]
Secondo un precedente rapporto, i dati disponibili coincidono con quelli del terremoto di magnitudo 7,8 sulla scala Richter che si è verificato nel Sichuan (Cina), il 12 maggio 2008, provocato ugualmente dalle onde elettromagnetiche di HAARP. Sono state osservate delle correlazioni tra l'attività sismica e la ionosfera di HAARP:
1. I terremoti in cui la profondità è linearmente identica nella stessa faglia, sono provocati da una proiezione lineare di frequenze indotte.
2. Dei satelliti coordinati fra loro consentono di generare delle proiezioni, concentrate, di frequenze in punti specifici (detti Seahorse).
3. Un diagramma mostra che i terremoti considerati artificiali si propagano linearmente alla stessa profondità:
Località
Data
Profondità
Venezuela
08 gennaio 2010
10 km
Honduras
11 gennaio 2010
10 km
Haiti
12 gennaio 2010
10 km
Anche le repliche sono sono state osservate a circa 10 km di profondità. Dopo il terremoto, il Pentagono ha annunciato che la nave ospedale USNS Comfort, ancorata a Baltimora, ha ordinato al suo equipaggio l'imbarco e ha fatto rotta verso Haiti, anche se ci vogliono alcuni giorni per raggiungere la meta.
L'ammiraglio Mike Mullen, capo di stato maggiore, ha detto che le Forze Armate degli Stati Uniti stava preparando un'emergenza per questa calamità.
Il generale Douglas Fraser, comandante in capo del SouthCom, ha dichiarato che alcune navi della Guardia Costiera e della Navy sono stati inviate sul posto, nonostante avessero del materiale e degli elicotteri in numero limitato.
La portaerei USS Carl Vinson è partita da Norfolk (Virginia), con una dotazione completa di aerei ed elicotteri. E 'arrivata ad Haiti il pomeriggio del 14 gennaio, ha detto Fraser. Ulteriori gruppi di elicotteri si aggiungeranno al Carl Vinson, ha continuato.
L'Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale (USAID), era già sul posto ad Haiti prima del terremoto.
Il presidente Obama è stato informato del terremoto alle 17 e 52 del 12 gennaio, e ha ordinato l'invio dei soccorsi per il personale della sua ambasciata e gli aiuti necessari alla popolazione.
Conformément au rapport russe, le département d'État, l'USAID et le SouthCom ont débuté l'invasion humanitaire en déployant 10 000 soldats et mercennari à la place de l'ONU, pour contrôler le territoire haïtien après le « tremblement de terre dévastateur expérimental ».
Secondo il rapporto russo, il Dipartimento di Stato, l'USAID e il SouthCom hanno iniziato l'invasione umanitaria impiegando 10 000 soldati e mercenari, al posto dell'ONU, per il controllo del territorio di Haiti dopo il "devastante terremoto sperimentale".
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[1] "Les armes sismiques" (le armi sismiche) di Jean-Pierre Petit. Traduzione: "The quake machine". L'arma sismica.
[2] Ufficialmente le force US erano in postazione intorno Haiti per una esercitazione militare che simulava ... un intervento umanitario in Haiti. « Defense launches online system to coordinate Haiti relief efforts », di Bob Brewin, Govexec.com, 15 jgennaio 2010.
[3] "Le Programme HAARP : science ou désastre ?" (Il programma HAARP: scienza o disastro?) di Luc Mampaey, Gruppo di ricerca e d'informazione sulla pace e la sicurezza (Bruxelles, 1998).
APPROFONDIMENTO
IL FATALE PREMIO GEOLOGICO CHIAMATO HAITI
Dietro il fumo, le macerie e il dramma infinito della tragedia umana di questo disgraziato paese caraibico, si sta svolgendo un dramma per il controllo di quella che i geofisici credono che possa essere la zona più ricca del mondo di petrolio e di gas derivato da idrocarburi dopo il Medioriente, possibilmente di grandezza maggiore del vicino Veneuela.
MA COSA STANNO FACENDO SULLA NOSTRA PELLE...???
NUOVE ARMI E NUOVI MISTERI
Già, che cosa ci stanno facendo!? Che cosa ci fanno migliaia di antenne, in ettari e ettari di terreno in Alaska, tutte puntate sulla ionosfera terrestre e che ultimamente hanno raggiunto la capacità di "sparare" più di 3,5 (milioni) mega-watts sottoforma di onde elettromagnetiche? Qualcuno spiega: «E' come un gigantesco forno a micro-onde che riscalda la ionosfera con un getto di micro-onde concentrato. Le onde elettromagnetiche rimbalzano per riflessione verso la terra, penetrando ogni cosa vivente e non vivente». Se queste antenne agiscono come un enorme forno a micro-onde sulla superficie terrestre, sono anch'esse responsabili del surriscaldamento medio della Terra e del cambiamento delle stagioni? Il progetto H.A.A.R.P. rappresenta un nuovo tipo di arma elettromagnetica capace di "accecare" le telecomunicazioni via satellite in caso guerra?
LE ARMI SEGRETE DEL XXI° SECOLO
In teoria si pensa di essere in democrazia e di poter parlare di qualsiasi argomento, ma in pratica esistono argomenti tabù, ovvero che suscitano reazioni emotive talvolta forti, e favoriscono una sorta di ostracismo ideologico verso chi li tratta. Ad esempio, chi solleva il problema della guerra ambientale, chimica o sismica, suscita reazioni forti, e rischia di passare per credulone, visionario o paranoico. ... Molte persone preferiscono credere che l'attuale sistema sia loro favorevole, che sia guidato da persone autorevoli a servizio di tutti, piuttosto che aprire gli occhi e vedere che non è così. Non si tratta di avercela con qualcuno perché tutti noi vorremmo credere che le nostre autorità sono autorevoli e oneste, ma crederlo quando ciò non corrisponde a verità ci espone a pericoli e a conseguenze negative per tutti. ...
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“Non bene pro toto libertas venditur auro” : beati quelli che partecipano alla prima risurrezione! -Apocalisse - il Prof. Auriti è vivo, ora in questo blog, come lo tutti i santi, della prima risurrezione, entra pure tu, nella scuola della Università del Paradiso sul signoraggio, che appartiene al popolo sovrano. e non alla congiura massonica bildenberg, di farisei anglo-americani che presto distruggeranno Israele